I sentimenti umani sono ricchi di sfaccettature, ne sono così colmi che molto spesso risulta difficile cogliere quella sottile linea di demarcazione che distingue gli uni dagli altri. Prendiamo in considerazione l’amore, uno dei sentimenti più multiforme che una persona possa provare. L’amore è gioia, è rabbia, è passione, è delusione, è spensieratezza, non basterebbero mille emozioni per riuscire a spiegarne la complessità. Dunque, come si può capire se quello che proviamo per qualcuno è amore vero o una semplice infatuazione?
Molto spesso l’infatuazione viene confusa con l’amore perché si pensa di provare un forte legame emotivo che va oltre il desiderio fisico tipico delle cosiddette “cotte”. La verità è che di solito questo forte legame si basa su cose decisamente poco rilevanti riconducibili, anche se indirettamente, all’attrazione fisica. Quante volte ci è capitato di sentire frasi come “mi sono innamorato/a del suo sorriso”? I sentimenti legati all’infatuazione sono molto spesso difficili da controllare in quanto riconducibili a forti stati di gioia ed euforia: si ha il costante desiderio di voler vedere e stare con quella persona e allo stesso tempo si prova frustrazione nel saperla distante, il tutto unito da un notevole desiderio intimo.
Difficilmente questo tipo di fase si prolunga nel tempo poiché risulta molto arduo voler stare sempre con qualcuno da un punto di vista sia emotivo che fisico. I finali che si prospettano sono due: o il rapporto si chiude o matura in qualcosa di più complesso dove i partner restano insieme rivendicando i propri spazi e allo stesso tempo pianificando e gestendo una vita di coppia.
Un’altra caratteristica tipica dell’infatuazione consiste nell’immaginare una vita insieme a qualcuno ma solo ed unicamente dal proprio punto di vista, dando priorità a ciò che piace a noi proiettando questo desiderio sull’altro senza però tenere in effettiva considerazione le esigenze di quest’ultimo.
Molto spesso l’infatuazione viene confusa con l’amore perché si pensa di provare un forte legame emotivo che va oltre il desiderio fisico tipico delle cosiddette “cotte”. La verità è che di solito questo forte legame si basa su cose decisamente poco rilevanti riconducibili, anche se indirettamente, all’attrazione fisica. Quante volte ci è capitato di sentire frasi come “mi sono innamorato/a del suo sorriso”? I sentimenti legati all’infatuazione sono molto spesso difficili da controllare in quanto riconducibili a forti stati di gioia ed euforia: si ha il costante desiderio di voler vedere e stare con quella persona e allo stesso tempo si prova frustrazione nel saperla distante, il tutto unito da un notevole desiderio intimo.
Difficilmente questo tipo di fase si prolunga nel tempo poiché risulta molto arduo voler stare sempre con qualcuno da un punto di vista sia emotivo che fisico. I finali che si prospettano sono due: o il rapporto si chiude o matura in qualcosa di più complesso dove i partner restano insieme rivendicando i propri spazi e allo stesso tempo pianificando e gestendo una vita di coppia.
Un’altra caratteristica tipica dell’infatuazione consiste nell’immaginare una vita insieme a qualcuno ma solo ed unicamente dal proprio punto di vista, dando priorità a ciò che piace a noi proiettando questo desiderio sull’altro senza però tenere in effettiva considerazione le esigenze di quest’ultimo.
Quando si parla di amore le cose cambiano, innanzitutto la chimica e l’attrazione fisica non sono più il centro solido del rapporto, sono sicuramente ancora presenti ma lasciano spazio ad ulteriori sentimenti come lealtà e fiducia che pongono le nuove fondamenta per la fase successiva. Entra in gioco il compromesso e il desiderio di volersi sacrificare l’un l’altro ascoltando molto di più ciò che esprime il proprio partner. Il rapporto si stabilizza riuscendo a provare sensazioni nuove, molto spesso mai sperimentate prima, che ci permettono di apprezzare o anche stimare l’altro nella sua interezza: corpo, intelligenza ed emotività.
Molto spesso il rapporto si complica quando la paura di perdere la persona amata (del tutto naturale in amore) sfocia in dipendenza, portando uno dei due in una posizione subordinata rispetto all’altro. Nonostante l’amore ci avvolga nell’anima e nel corpo bisogna sempre lasciare uno spiraglio alla razionalità per non essere dominati solo ed unicamente dall’emotività.
Quando si parla di amore le cose cambiano, innanzitutto la chimica e l’attrazione fisica non sono più il centro solido del rapporto, sono sicuramente ancora presenti ma lasciano spazio ad ulteriori sentimenti come lealtà e fiducia che pongono le nuove fondamenta per la fase successiva. Entra in gioco il compromesso e il desiderio di volersi sacrificare l’un l’altro ascoltando molto di più ciò che esprime il proprio partner. Il rapporto si stabilizza riuscendo a provare sensazioni nuove, molto spesso mai sperimentate prima, che ci permettono di apprezzare o anche stimare l’altro nella sua interezza: corpo, intelligenza ed emotività.
Molto spesso il rapporto si complica quando la paura di perdere la persona amata (del tutto naturale in amore) sfocia in dipendenza, portando uno dei due in una posizione subordinata rispetto all’altro. Nonostante l’amore ci avvolga nell’anima e nel corpo bisogna sempre lasciare uno spiraglio alla razionalità per non essere dominati solo ed unicamente dall’emotività.
Dunque, per riuscire a distinguere l’infatuazione dall’amore è necessario saper cogliere razionalmente quelle piccolissime sfaccettature che generano un enorme divario fra due sentimenti molto simili ma al contempo così distanti.
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