I mandala sono disegni geometrici di carattere simbolico mediante i quali vengono praticati diversi tipi di meditazione. Quelle che andremo a vedere oggi sono solamente due delle pratiche più diffuse per conciliare corpo e mente attraverso quest’antichissima forma d’arte.
L’obiettivo principale di ogni forma di meditazione legata all’uso dei mandala è quello di cercare di creare un legame e una relazione profonda tra ciò che costituisce il centro di noi stessi e ciò che invece fa parte della nostra “periferia”. Con questo cosa si intende? Nient’altro che avere la possibilità di comprendere appieno noi stessi, il nostro essere, raggiungendo un livello di consapevolezza molto più alto di quanto si possa avere comunemente.
La base su cui poggiano queste tecniche è la ripetizione di qualcosa in modo ciclico e continuo come un cerchio di energia che avvolge il soggetto dandogli così modo di concentrarsi e raggiungere il giusto livello di quiete, ottimale per la comprensione del proprio universo interiore.
Una prima forma di meditazione è quella riconducibile alla pratica dell’osservazione del mandala. La semplicità di questa tecnica la rende accessibile anche a chi non vuole usare nessuno strumento, se non la propria mente, per riuscire a raggiungere l’equilibrio interiore tanto desiderato.
Innanzitutto, bisogna procurarsi un mandala di qualsivoglia genere e fissarne il centro. Nel compiere questa azione il respiro dovrà essere lento ed abbondante. Bisogna cercare di mantenere un livello di concentrazione il più alto possibile, senza farsi distrarre dall’ambiente circostante. Nel fissare il centro del disegno l’immaginazione dovrà iniziare a condurre la mente in profondità, all’interno di noi stessi, e per far ciò sarà necessario immaginare di dirigersi verso una parte del nostro corpo, una qualsiasi: testa, pancia, cuore ecc.
Una volta raggiunta un’iniziale sensazione di benessere il corpo è pronto per immergercisi completamente. Lo stato di rilassatezza e pace che ne consegue implica il raggiungimento dell’equilibrio interiore.
La seconda tecnica consiste nel creare o colorare dei mandala ascoltando o ripetendo in contemporanea un mantra. I mantra non sono altro che delle formule sacre, simil preghiere, che, se ripetute in maniera cadenzata e continua, permettono al soggetto che le recita di raggiungere uno stato di meditazione completo. L’importanza del mantra non sta nel suo significato ma nel suono delle parole che lo compongono.
La meditazione inizia con l’ascolto o la ripetizione per alcuni minuti di un mantra a propria scelta; una volta raggiunto un primo livello di calma e rilassamento, si è pronti per iniziare a disegnare o colorare un mandala.
La pratica del disegno associata all’ascolto del mantra permette al soggetto di aumentare la propria ricettività, calmando la mente e aiutandola a collegarsi in maniera armonica con la propria coscienza. A differenza del primo tipo di meditazione, in questo caso gli effetti possono essere più evidenti nei giorni successivi, infatti, il soggetto sarà in grado di affrontare la quotidianità con molta più leggerezza e quiete di quanto non facesse prima.
Come si è visto, questo uso quasi “terapeutico” dei mandala genera immediatamente dei risultati, riuscendo a infondere calma e serenità a chiunque metta in pratica una di queste tecniche.
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